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Punto di partenza di questo itinerario è Patù, piccolo centro 4 Km da Santa Maria di Leuca la cui fondazione si fa risalire al 924 d.C. ad opera dei profughi della vicina Vereto, distrutta dai Saraceni. Il toponimo deriverebbe da “pathos”, ad indicare la sofferenza dei Veretini, vessati per secoli dalle scorrerie Saracene.
Simbolo di Patù è senza dubbio la caratteristica costruzione denominata “Centopietre” , un tempio megalitico formato da 100 blocchi monolitici, che conserva tracce di affreschi bizantini. Secondo alcuni studiosi la sua costruzione risale al periodo preistorico, per altri era un monumento funebre costruito per tumulare un generale romano ucciso dai Saraceni.
Di fronte alle Centopietre possiamo ammirare la chiesa bizantina di San Giovanni Battista, del X secolo, costruita a ricordo della terribile battaglia combattuta tra cristiani e saraceni nell'877.
Raggiunto il centro storico, in Piazza Indipendenza, troviamo la chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo, risalente probabilmente alla fine del '500.
Accanto alla chiesa ecco invece “La rua de li travai”, una trattoria tra le più conosciute e apprezzate nel Capo di Leuca, dove poter gustare le pietanze della tradizione salentina.
Da Patù ci spostiamo a Giuliano di Lecce, un incantevole borgo medievale che ha come ingresso un'antica porta denominata “Porta Terra”. Il castello risale al XVI secolo ed è caratterizzato dalla torre merlata che si erge ai suoi lati. Da non perdere il "balcone degli sberleffi" e la strada con le epigrafi latine che riportano antiche massime.
Anche qui, nella piazzetta del paese troviamo una trattoria, La Fulana, aperta da pochi anni ma già tra le mete obbligate degli amanti della cucina salentina.
Da Giuliano ci spostiamo a Barbarano del Capo, dove troviamo il complesso di “Leuca Piccola”. Si tratta di una piccola chiesa fortificata, ultima meta dei pellegrini sulla strada verso Santa Maria di Leuca, e di una serie di costruzioni ed opere a servizio della stessa. Troviamo ad esempio il maniscalco, la locanda, i sotterranei (che collegano i 3 pozzi di acqua sorgiva e che potevano servire anche per la fuga in caso di attacco dei saraceni) e gli archi sotto il quale veniva svolto il mercato. Sistemata su uno di questi archi vi è una lastra di pietra sulla quale sono incise 10 P indicanti la massima: “Parole Poco Pensate Portano Pena Perciò Prima Pensare Poi Parlare”.
A poche decine di metri dal complesso troviamo le vore, inghiottitoi naturali di origine carsica profondi più di 30 metri che ospitano rigogliose piante tipiche della macchia mediterranea ed importanti specie endemiche.
Da Barbarano, superato un piccolo promontorio, raggiungiamo Morciano di Leuca, antico luogo di deposito della citta di Vereto e che forse proprio da ciò prende il nome (dal latino mercis). Nel centro storico è evidente la presenza di frantoi ipogei, ex granai. Alcuni di questi sono stati recuperati grazie al lavoro della Pro Loco e sono visitabili raggiungendo il Museo del Territorio, sede dell'Associazione, in piazza Chiesa, accanto al Municipio.
Il recupero del trappeto ipogeo ha permesso di far luce su alcune vicende inedite della storia morcianese e sulle relazioni tra i sotterranei ed il castello Valentini-Castromediano. Quest'ultimo, costruito nel 1350, fu parzialmente abbattuto nel '500 per permettere la costruzione del Convento dei Carmelitani e della Chiesa del Carmine.
Tutt'intorno case, torri e case a corte costituirono un'articolata organizzazione di difesa durante il periodo delle incursioni piratesche.
Procedendo nel centro storico incontriamo la chiesa parrocchiale, appena restaurata, dedicata a S. Giovanni Elemosiniere, protettore del paese. La chiesa è ricca di testimonianze artistiche ed è impreziosita da un bellissimo portale d'ingresso.
Da Morciano ci spostiamo a Presicce, caratteristica cittadina dove ammirare imponenti palazzi con annesse chiesette, case a corte molto ampie e vicoli interessanti dal punto di vista artistico ed architettonico.
La visita inizia dalla Chiesa Parrocchiale di s. Andrea Apostolo, della seconda metà del '700; presenta una facciata elegante in stile barocco con un campanile di gusto rinascimentale. Adiacente alla chiesa, della quale è parte integrante, vi è la “Chiesa dei Morti”, così definita per le bocche dei sepolcri sotterranei che contiene, oggi chiuse e non più visibili.
Percorrendo pochi metri giungiamo ad un frantoio ipogeo molto ampio. Il territorio del comune di Presicce e tra quelli nel Salento che contano il maggior numero di “trappeti a grotta”.
Interessante da visitare è anche il “Palazzo Ducale”, in Piazza del Popolo. Il palazzo è detto anche “Castello” ma in realtà del castello ha solo una vaga sembianza. Tuttavia già dalla prima metà del '500 esisteva un fortilizio di modeste dimensioni, di cui resta qualche traccia. Attualmente il palazzo, di proprietà comunale, ospita il “Museo della cività contadina”.
Continuiamo ora con il nostro itinerario spostandoci a Specchia, situata ai piedi della Serra Magnone, uno dei punti più alti della provincia di Lecce. La particolare posizione in cui è collocato il Convento dei Francescani Neri, risalente al XVI secolo, ci offre uno spettacolo di mirabile bellezza.
Nel cuore del paese, inconsueti vicoli e gradinate formano un labirinto molto interessante. Da una certa distanza il borgo sembra una fortezza, con possenti mura che in passato servivano a difendersi dalle frequenti incursioni che venivano dal mare. |